Guida Galattica per Go-isti

Salve cari lettori, durante il weekend del 19-20 Novembre 2016 si è tenuto a Wien l’ “Austrian Open 2016”, un torneo di GO, e un socio ALEATOR, Anthony, è andato a prendervi parte insieme ad altri 80 giocatori provenienti da tutta Europa. Anzitutto, se non sapete cos’è il GO date un’occhiata a questo link!

Ecco il racconto di come è andato il torneo:

Secondo la Guida Galattica per gli Autostoppisti di Go Edward Lasker scrisse che “Le regole del GO sono così eleganti, organiche, e rigorosamente logiche, che se esistessero altrove nell’universo forme di vita intelligenti quasi sicuramente giocherebbero a Go” questo suo ottimismo nacque dal fatto di frequentare solo gli alieni che partecipavano ai tornei di scacchi sulla Terra e non aver incontrato la razza umana: infatti lui era originario del pianeta Deep Blue e dopo aver sofferto di amnesia…

Ve lo dico, l’elezione di Trump è mia responsabilità. Inavvertitamente ho azionato il motore di improbabilità infinita per finire in maniera altrettanto accidentale a Vienna in tempo per partecipare al torneo, però come conseguenza improbabile un uomo arancione doveva essere eletto presidente degli Stati Uniti d’America. Tutto cominciò il 30 ottobre quando partecipo a Pordenone ad un torneo di Go, dove chiacchierando con l’organizzatore a causa di un fraintendimento (io mi riferivo ad un altro evento, lui invece parlava dell’Austrian Open) scopro che ci sarà a breve un torneo a Vienna. In maniera altrettanto imprevedibile incontro un mio parente di passaggio in Italia che mi offre ospitalità per quel periodo, e viaggiando con treni notturni in giorni in cui nessuno viaggerebbe il costo era fattibile: beh, partiamo!

Gli effetti del motore di improbabilità non hanno colpito solo me e il mio viaggio e le elezioni americane ma anche gli organizzatori del torneo che si aspettavano un numero inferiore di partecipanti invece di 80 giocatori proveniente da 17 paesi diversi, e per questo nonostante la leggendaria efficienza asburgica l’evento ha cambiato sede con l’autorizzazione per il nuovo posto arrivata il giorno prima dell’inizio dell’Austrian Open con relativi disagi.

E così mi ritrovai a giocare presso la Fachschaft Maschinenbau, con il torneo diviso tra i piani 8 e 5 e i bagni aperti al primo, in un ambiente di giocatori che emanavano una aura goistica potentissima rispetto alla mia; per fortuna non sono l’unico italiano a rappresentare il Bel Paese e a dover tenere alto l’onore! Infatti guardando la lista di giocatori… Frak! Sono l’unico italiano.

Day 1

Secondo la Guida Galattica per gli Autostoppisti di Go un antico proverbio cinese recitava in inglese

A few moments to learn, a lifetime to master.

Quello che la guida ha appurato dopo intense ricerche è che il detto era stato scritto da un Highlander in visita in Cina e che tale ottimismo derivava dalla sua relativa visione di “lifetime”.

 

La prima partita è contro l’austriaco Stefan Peruzzi. Le premesse sono buone, ho il vantaggio di incominciare per primo (ho le pietre nere), e l’avversario è un grado inferiore al mio. La partita incomincia bene il mio fuseki iniziale è improntato sempre ad un gioco d’influenza rispetto ad un gioco territoriale. Purtroppo durante il medio gioco parte uno scontro che mi porta ad avere due aree da difendere e due gruppi deboli per parte, questo permette al mio avversario di approfittare della mia debolezza e prendere una grande area sul lato sinistro che io avevo tentato di tenere per me, e il mio avversario andrà a vincere proprio per la differenza di quella area di punti.

Momento topico: avete presente quella scena di Star Wars quando Han Solo risponde a Leila che gli ha appena rivelato il suo amore con un mascolino e arrogante “I Know”? Eravamo verso fine partita in cui stavo cercando di attaccare ogni area per cercare punti e tentare un recupero, e riflettendo ad alto voce guardando il lato avversario mi sfugge un “It’s Huge”, e sento in risposta un “I Know” che mi costringe a controllare di non avere un Harrison Ford davanti. Poi continuo la partita con una straziante musichetta di star wars in testa, e con la triste consapevolezza che Harrison Ford non sbaglia mai.

Risultati turno 1

Secondo la Guida Galattica per gli Autostoppisti di Go il termine Frak non nasce dalla serie Battlestar Galactica bensì ha più nobili e vetuste origini. Quando al consiglio di Wien si riunì l’Alto Consiglio delle Parole Considerevolmente Empie e Blasfeme etichetta locale prevedeva  di dover obbligatoriamente indossare il Frack. Fu pertanto facile per il consiglio trovare un nuovo termine che desse l’idea di empietà e blasfemia, ed aprirono giusto a Vienna un negozio dove poter vendere la nuova parola e fornire insieme l’odioso vestito per meglio diffondere il nuovo termine.

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La seconda partita mi vede scontrarmi contro la francese Deborah Mougin. Trovandomi contro una signorina francese, mi è sembrato insufficiente educato trovarmi ad usare Bianco e per aprirle meglio la porta delle possibilità di vittoria avversa faccio due errori iniziali che mi costringeranno ad una partita in totale salita, e alla sera costringermi a passare da Frack&Co a rifornire il contatore del mio lessico di un termine empio e blasfemo di origine locale.

Un errore è dovuto ad una errata esecuzione di un joseki base che costringerà il mio Sensei a disconoscersi come mio maestro:

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Nell’immagine in altro c’è la sequenza (joseki) normale, nella immagine in basso, la mossa 6 viene ritenuta grande… ma nel fine gioco. Ripeto che era solo questione di cavalleria e non di grave stupidità dovuta probabilmente ad una esecuzione troppo veloce ed ad abitudini dure a morire *sigh*

L’altro errore lo faccio nell’angolo a destra dove anche qui sbaglio una sequenza (tesuji) che avevo studiato in passato: nella sequenza c’è un momento in cui devi decidere se guadagnare influenza verso l’esterno, oppure invadere l’angolo: per abitudine ho giocato la mossa di invasione che nell’ottica generale era molto negativa in questo caso.

Dopo l’ennesima realizzazione di errore postuma al rilascio della pietra, per me è stata una partita campale improntata sulla aggressività nel tentare di recuperare e per lei una amministrazione del vantaggio ottenuto. Perdo di soli 10 punti grazie al komi e di imprecazioni contro la mia stupidità.

Momento topico: eravamo a fine gioco, dove si chiudono i confini territoriali. Mio turno, noto un suo disagio mentre sto riflettendo. A un certo punto esclama: “Atari“. Per chi mastica un po’ di Go, c’era un self-Atari e infatti lo tenevo per ultima cosa o risolverlo in risposta, per chi non mastica Go c’era una mossa estremamente svantaggiosa per me e lei mi metteva in allerta dal non farla. Rido perché è inusuale in un torneo e la ringrazio, e visto che comunque non avevo più modo di recuperare rispondo in Gote (perdendo l’iniziativa del gioco). Chiacchierando durante il go party post torneo mi spiega che era preoccupata che la giocassi: voleva vincere ma non in quel modo dopo una partita combattuta.

Risultati turno 2

 

Secondo la Guida Galattica per gli Autostoppisti di Go Sakata Eio disse:

“Go is not about winning through brilliant moves, it is about losing through bad moves.”

La guida dice che in maniera incontrovertibile che questa colta e pacata citazione sia stata pensata per dare una frase meno violenta del “Ahahah! Hai perso!” al vincitore e permettere che la popolazione goistica smettesse di decrescere a forza di scontri d’onore a suon di katana post partite. 

Terza partita, e dopo essermi consolato con tre panini, un Krafen, due bottiglie d’acqua, e aver sfogato un nervosismo crescente sulle scale tra i diversi piani che dividono i bagni e le sale dove si svolgono le partite, mi appronto ad affrontare l’ungherese Andras Holubar. Il nervosismo di aver perso due partite mi porta ad impostare la partita in maniera sbagliata e mi porta a non completare un Joseki per poter aggredire per primo una zona di Goban che mi fa finire però in gote (sequenza in cui perdo l’iniziativa e la prende l’avversario). Lui gioca dove avrei dovuto giocare io e da qui segue la perdita di un lato da cui non mi riavrò più. Perdo anche qui e chiudo la giornata con tre sconfitte.

Riassumendo la prima giornata è stato un flusso di partite dove prendo consapevolezza dei miei errori in maniera immediata e postuma alla giocata geniale che finisce sempre con un  “Ciao, suolo!”

Risultati turno 3

Day 2

Secondo la Guida Galattica per gli Autostoppisti di Go un antico proverbio giapponese che recitava in inglese:

“The board is a mirror of the mind of the players as the moments pass. When a master studies the record of a game he can tell at what point greed overtook the pupil, when he became tired, when he fell into stupidity, and when the maid came by with tea.”

Dopo una analisi statistica condotta dalla guida medesima, si è scoperto che i giocatori Kyu devono avere almeno una decina di camerieri/e a testa, e che i giocatori Dan vivono sicuramente in situazioni di disagio o non bevono tè. 

Non ero convintissimo di partecipare al secondo giorno ma volevo almeno il punto della bandiera. In teoria quando si perde tendenzialmente ci si trova o con un giocatore che scende come me di punteggio o che sale da un grado inferiore, quindi ho appreso con stupore che il mio avversario sarebbe stato un 8kyu Anis Cherif dalla Germania. Partita che incomincia con qualche anomalia, non mi risponde come giocatore da 8kyu quindi passo dal giocare in maniera prudente, a giocate che ravvicinavano l’overplay e che cercavano lo scontro: il piano funziona e quando chiudo il centro del goban sono avanti di almeno 50-60 punti e l’avversario si arrende.

Buono l’avversario era nel pallone fin dalle prime mosse, in maniera poco onorevole porto la prima vittoria a casa. Ormai è troppo tardi però per recuperare per entrare nella zona premi quindi più sereno del giorno precedente affronto l’ultima partita.

Risultati turno 4

Spunta l’alba dell’ultima partita ed è contro l’austriaco Wolfgang Koepf e finalmente torno a giocare nero. A sto giro non sbaglio l’inizio e seguo delle sequenze iniziali normali spingendo tantissimo sul gioco d’influenza e qualsiasi soluzione che mi porti ad avere un vantaggio di aree che costringa l’avversario a dovermi ridurre e non il contrario. Così avviene ma ormai mi era salito il Veneto e al canto di “Il Moyo (grande area di mia influenza) mormorò non passa lo straniero!”, rispondo bene a tutti i suoi tentativi di ridurmi, tranne ad una riduzione in cui sbaglio la lettura e mi porta a perdere 8 punti. Errore dovuto probabilmente alla eccessiva sicurezza di aver la vittoria in tasca mi concentro per tutto il resto della partita e anche qui una musica familiare mi sale “No, disse il Moyo, no, dissero le pietre, mai più il nemico faccia un passo avanti!”. Il Moyo si placò e la vittoria fu mia!

Momento topico: nonostante la giornata prevedesse un turno in meno e le partite fossero state meno impegnative del giorno precedente, finita la quinta partita ero notevolmente esausto mentalmente. Dopo aver contato i punti, stavamo rimettendo a posto le pietre quando all’avversario gli viene un dubbio: avevamo contato il komi (punteggio dato a chi usa Bianco per compensare lo svantaggio di giocare per secondo)? Apriti cielo io avevo già fatto tabula rasa nella ram e pensavo solo ai panini del chioschetto di sopra. Ok, panico, perché poteva divenire una situazione spinosa se non si riusciva a ricostruire con certezza. Comunque dopo aver ricostruito la situazione sul Goban un mio angolo poteva compensare anche il non conteggio dei 6 punti e mezzo di Komi quindi porto a casa la seconda vittoria.

Risultati turno 5

La vincintrice del torneo è stata l’ex giocatrice professionista coreana/svizzera Lee Hajin e una star youtube del Go che si porta a casa il primo premio con 5 vittorie su 5.

Questo è stato il mio primo torneo dove ho potuto vedere una presenza massiccia di così tanti Dan (giocatori molto forti), oltre ad essere il più grande torneo a cui abbia mai preso parte. Una esperienza sicuramente interessante personalmente molto  utile: primo fra tutti il potermi confrontare con giocatori del mio medesimo livello per capire a che punto sono; in Italia c’è un gap di rank proprio intorno al mio punteggio quindi o incontro giocatori decisamente più forti di me o giocatori più deboli che non è proprio il massimo. Nonostante sia stato difficile perché era da molto che non partecipavo ad un torneo con un tale livello di intensità agonista goistica mi sono decisamente divertito. La parte migliore rimane sempre il confronto che avviene post partita e signori i party Goistici post torneo spaccano… di nerditudine e questo in particolare mi ha lasciato sicuramente lacrime sul viso dal ridere!

Grazie per tutte le magnifiche persone e simpatiche che ho incontrato, un po’ meno per avermi legnato, e ai ricordi che questo torneo mi ha lasciato.

And Remember Don’t Panic and Grab your Towel!!

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Link Utili

Veneto go

Austrian Open 2016

 

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