Giocando s’impara! Intervista ad Alessio Riccardi

Come ben ricorderete, cari lettori, un po’ di tempo fa la nostra associazione era stata invitata a partecipare al convegno Competenze “in gioco”, tenutosi il 21 ottobre a Sarmede (TV). Tema generale dell’incontro: l’utilizzo del gioco come mezzo didattico e formativo.  

Oggi, quindi, siamo qui in compagnia del nostro vicepresidente Alessio Riccardi, che quel giorno aveva rappresentato con orgoglio l’associazione,  pronto a condividere con noi le sue considerazioni in merito a questa esperienza.  

Alessio, per cominciare avresti voglia di parlarci in generale del convegno a cui hai preso parte? Come si è svolto e quali sono state le principali tematiche trattate?

Il convegno era intitolato Competenze in “gioco”, incentrato sull’utilizzo del gioco come elemento didattico. L’incontro si è svolto in due momenti. Una prima parte, strutturata in stile conferenza, durante la quale la relatrice dell’Università di Bologna ha svolto una breve lezione riguardo le principali teorie delle scienze dell’educazione e dell’apprendimento. A seguire la seconda relatrice ha presentato il caso della sua esperienza relativa all’utilizzo del Role playing nell’insegnamento di una materia che a primo acchito non si presterebbe, come la lettura de I Promessi Sposi. La seconda parte dell’incontro invece è stata di natura pratica. Io e Laura della Ludoteca di Sedico abbiamo gestito quattro tavoli di gioco, cercando di portare diverse tipologie di esperienza: giochi di narrazione, logici, Escape room… i partecipanti all’incontro si sono divisi in questi tavoli ed hanno potuto giocare e successivamente riflettere su come questi giochi possono essere utilizzati anche con i ragazzi delle scuole per dare un modo alternativo di sviluppare competenze e relazionarsi con i compagni.

 

 

In seguito a questa esperienza, quali sono le tue considerazioni personali sul tema del gioco come metodo didattico?

Senza dubbio il mondo del gioco nell’ambito didattico ha moltissime opportunità di dire la sua. Anzitutto possiamo ricordare che il Role playing game viene utilizzato comunemente in moltissimi ambiti della socializzazione. Le grandi aziende lo utilizzano per valutare l’approccio dei propri lavoratori alle varie situazioni, a scuola viene utilizzato come metodo per ampliare la socializzazione tra i ragazzi, o anche come metodo alternativo per trasmettere una conoscenza, facendo impersonare i protagonisti delle storie o delle situazioni che i ragazzi dovrebbero studiare. Nell’ambito scolare il gioco da tavolo dà modo di mettere in pratica capacità logiche deduttive, analisi matematica, competenze di vario genere…  oltre ad essere un metodo stimolante e alternativo da utilizzare per coinvolgere i ragazzi nell’apprendimento.

Sicuramente i giochi da tavolo e i giochi di ruolo hanno le potenzialità per essere dei mezzi didattici particolarmente efficaci, ma, anche causa della convinzione che a lungo ha visto i giochi solo come dei passatempi infantili, mi sembra che questi non siano ancora pienamente sfruttati in ambito scolastico. Secondo te quale porrebbe essere un buon modo per introdurre nelle scuole questi mezzi didattici? Cosa consiglieresti agli insegnati per trarre il massimo profitto dall’utilizzo dei giochi da tavolo e di ruolo nelle loro classi?

Già il fatto di non soffermarsi sull’aspetto prettamente di intrattenimento del gioco da tavolo e del gioco di ruolo sarebbe un buon punto di partenza. Capire la complessità che si nasconde dietro alcuni giochi, sfruttare le interazioni che si creano tra i giocatori, programmare le mosse un turno o più in anticipo, sono tutte capacità che vengono messe in atto durante il gioco e che non tutti i bambini padroneggiano al pari degli adulti. Anche il semplice dover aspettare il proprio turno per agire è già un insegnamento.

 

 

Indubbiamente! Inoltre incontri come quello di Sarmede sono sicuramente importanti per proporre e ribadire questa concezione del gioco, in modo che sempre più persone possano apprezzarne gli aspetti profondi e complessi che lo portano al di là del mero mezzo di intrattenimento. Quindi, prima di salutarci, vuoi aggiungere ancora qualcosa sulla tua esperienza come ospite al convegno Competenze “in gioco” che ci ha dato l’opportunità di trattare temi certamente cari ad un’associazione come la nostra, il cui proposito è anche quello di diffondere la cultura del “gioco intelligente”?

Senza dubbio è stata un’esperienza fantastica. Un’iniziativa che sicuramente va ripetuta, anche alla luce dell’opportunità che dà di mettere in relazione un mondo, come quello nostro, prettamente ludico con il mondo della scuola e dell’insegnamento. Capire l’importanza di quei momenti che vengono considerati di semplice svago anche nella vita adulta, oltre che in quella dei giovani, è un primo passo per trovare un equilibrio nelle nostre vite che ormai troppo spesso sono lanciate al lavoro, ai guadagno, ai beni materiali. Ritrovare lo svago e il sorriso è un primo passo per una vita migliore!

Non potremmo essere più d’accordo e speriamo che ci siano altre occasioni di riproporre iniziative del genere, comunque intanto grazie Alessio per essere stato con noi e per aver condiviso questa tua esperienza.

E adesso, cari lettori, dopo che abbiamo ribadito che giocare non è solo divertente, ma permette anche di sviluppare nuove competenze, non avete più scuse… ci aspettiamo di ritrovarvi tutti ai prossimi eventi targati ALEATOR! Questo mese, infatti, vi offre ancora diverse possibilità: il 19 novembre alle ore 15.00 vi aspettiamo a Mel per il torneo di Dominion (evento a posti limitati, consigliata la preiscrizione via mail a informazioni@aleator.it.), mentre sabato 25 novembre sarà dedicato alla nostra serata ludica mensile – ritrovo, come al solito, a partire dalle ore 21.00 presso la ex Sala Cacciatori di Mel.

Partecipate numerosi!

Rispondi