Intervista con Diletto

Un fantasma, un gruppo di amici, un killer senza scrupoli e… ne rimase solo uno.

Siamo qui con il nostro socio Paolo Moro, attore, presentatore e, ultimamente, anche autore della compagnia Delitto per Diletto che organizza cene con delitto nella provincia di Belluno. Ma cerchiamo di capire meglio come è nata questa idea e in cosa consiste!

Socio Paolo Moro, il 3 febbraio avete presentato presso la Nogherazza di Belluno lo spettacolo ‘Quattro spari nella notte’. Puoi dirci qualcosa di più?

La sera del tre febbraio io e i miei fidati colleghi stavamo, in effetti, indagando sul brutale omicidio di Ben Smith, freddato con quattro colpi di pistola mentre dormiva nel letto di casa sua. Ad aiutarmi nell’indagine, oltre alla mia collega Debbie, c’erano un centinaio di investigatori dilettanti, lì convenuti per far chiarezza sul delitto e per gustarsi una cena luculliana.

Quindi, se non ho capito male, gli ospiti del ristorante rivestono, durante queste cene, il ruolo di investigatori che collaborano nell’indagine tra una portata e l’altra, ponendo domande e cercando di separare l’unica verità dalle molte bugie. Sappiamo, però, che questa non è stata la vostra prima ‘cena delittuosa’. Da quando sono incominciati questi incontri di ispettori? Da quando ne hai preso parte?

Non saprei dire l’anno preciso in cui sono cominciate le indagini, credo cinque anni fa. Le prime cene con delitto nacquero in seno ad Aleator da un’idea di Federico Panella ed erano molto simili ad un gioco di ruolo più che a uno spettacolo vero e proprio, con un ampio spazio lasciato all’improvvisazione. All’epoca io partecipavo saltuariamente a questi eventi. Tutto cambiò nel 2015. All’Excalibur organizzammo un monumentale spettacolo per 150 persone, il gruppo si rese indipendente da Aleator e divenne l’associazione Delitto per Diletto.  Da allora abbiamo confezionato una trentina di spettacoli tra Agordo, Belluno e Vittorio Veneto.

E di strada ne avete fatta molta quindi! Tu, soprattutto, da attore hai intrapreso la strada della scrittura: sembra, infatti, che dietro all’omicidio di Ben si nascondesse proprio il tuo zampino. Devo continuare io? O ci puoi spiegare da chi è stata architettata la morte di Ben?

Ebbene sì, la penna che ha decretato la morte del povero Ben è la mia.  Dopo tante rappresentazioni come attore o presentatore ho voluto mettermi alla prova e scrivere io uno spettacolo. Ci ho lavorato quasi otto mesi. Devo dire che è stata una faticaccia; non avevo mai scritto una storia e tanto meno un giallo. E’ stato davvero duro far combaciare tutti i pezzi del rompicapo in modo che ne uscisse un caso avvincente e a prova di errore. In questo devo dire che sono stato ampiamente supportato da tutti gli altri autori e attori che mi hanno suggerito modifiche e migliorie e hanno “testato” lo spettacolo con me prima di portarlo al pubblico. Comunque vedere un proprio testo messo in scena e giocato da un pubblico è un’esperienza favolosa. Una delle maggiori soddisfazioni della vita.

Quindi, in questa tua attività hai avuto dei partners in crime, dei “collaboratori”: chi sono i tuoi fedeli compagni di avventura?

Dunque, la banda è formata, oltre che dal sottoscritto, da Andrea Falcone, Daniele Galligani e Davide Sacchet. Falcone e Galligani sono, come me, autori di alcuni dei nostri spettacoli, mentre Sacchet si occupa principalmente della promozione e delle trattative commerciali con i locali che ci ospitano. Gli altri attori con cui collaboro, invece, sono: Federico Panella, Marco dall’O, Andrea Sperotto, Elena Tormen, Marilyn Alice Balest, Sara Brancaleone, Eleonora Prompicai, Erik Sacco Zirio, Paola Melchiori.

 

A proposito di trattative, cosa puoi dirci degli eventi futuri?

Attualmente abbiamo in programma una replica di “Quattro spari nella notte” a Maggio al ristorante Dante in Alpago. Poi stiamo lavorando a due progetti.

1- Una storia nuova di zecca per l’autunno scritta da un autore nuovo.

2- Un format nuovo, che è un parziale ritorno alle origini. Ai tempi dei primordi, quando il gruppo ancora non esisteva e le cene erano organizzate in seno ad Aleator, queste si basavano su un grande lavoro di improvvisazione. All’epoca il pubblico interrogava i sospettati “in diretta”, senza alcun filtro, mentre adesso le domande sono scritte su un foglietto e quindi l’attore ha giusto quel minuto di tempo per leggersele prima. Stiamo pensando di imbastire un nuovo format che ripristini parzialmente le domande dirette per creare un’interazione ancora più stretta con il pubblico. Molto probabilmente lo testeremo a inizio estate.

Sempre all’opera dunque! Siamo già curiosi di vedere cosa ne verrà fuori. Un’ultima domanda: perchè credi che le cene con delitto stiano avendo tanto successo negli ultimi anni?

Perché hanno tanto successo? Me lo sono chiesto anch’io. Credo sia un insieme di fattori. Innanzitutto sono una novità. Fino a qualche anno fa erano rarissime e, in provincia siamo stati i primi a proporle con continuità. Secondo, siamo in Italia. Si sa che gli Italiani sono fissati con l’eno-gastronomia. Uno spettacolo che preveda anche una cena ha un appeal infinitamente maggiore di uno spettacolo e basta.   Terzo e forse più importante, l’interattività. La cena con delitto è un’occasione per gustarsi una cena “facendo qualcosa”. Non solo stare seduti e parlare del più e del meno, ma agire attivamente. Molte persone sono titubanti all’idea di fare questa cosa, ma poi quando la provano si divertono talmente tanto che vogliono provarne subito un’altra.

Dunque soci, se non le avete ancora provate fatelo! Le cene con delitto sono un ottimo mix di golosità e divertimento.

 

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