Aleator Adventures: Roccaluce

Finalmente, dopo giorni passati a camminare vagando nella fitta vegetazione, l’avventuriero sbucò su quella che sembrava una strada ben battuta da pesanti carri, non solo da zoccoli o zampe. Maledisse ancora una volta la sua cocciutaggine… voleva raggiungere la città di Miele il prima possibile: girava voce che la Gilda Aleator fosse alla ricerca di un manipolo di avventurieri per una qualche succosa missione. Ma seguire il fiume Egida dentro quel grande bosco forse era stata una mossa avventata. La zona non gli era familiare, perché era un forestiero… e sicuramente non riconosceva la città che, piccola, si vedeva in lontananza.

“Non sembra corrispondere alla descrizione di Miele”, pensò. “Allora forse è la famosa Roccaluce, la capitale del Regno”.

Stava camminando già da un paio d’ore, il sole stava per adagiarsi dietro l’orizzonte, quando decise di prendere qualche sorso d’acqua dalla sua borraccia, fermandosi su una specie di pianoro. Non aveva ancora raggiunto la città, e si meravigliò di ciò: doveva essere proprio grande se, pur avendola vista da lontano, ancora non ne vedeva le porte!

“Ti vedo pensieroso, forestiero! Non dirmi che non hai mai visto Roccaluce in vita tua!”

L’avventuriero trasalì nel sentire quella voce, al punto che la sua borraccia finì a terra. Si girò mettendo la mano sulla sua arma e si accorse (solo ora?) di una figura incappucciata seduta su un sasso, al bordo delle strada. Stava sistemando dei legnetti per accendere un fuocherello.
Al suo fianco penzolavano delle lepri.

“Calma amico, calma! Hehehe… Non era mia intenzione spaventarti: eri così assorto nei tuoi pensieri che nemmeno mi hai visto arrivare!”, disse la figura ridendo. La luce del fuoco rivelava ora le sue fattezze: non sembrava un cacciatore ed anzi, i suoi vestiti erano abbastanza sgualciti; il viso in parte butterato sfoggiava uno sghembo sorriso, e un dente d’oro scintillava alla luce del fuoco. Al suo fianco, vicino alle lepri, portava alcune sacche, forse tutti i suoi averi. Nonostante l’aspetto poco rassicurante, tuttavia, stava preparando un fuoco da campo niente male…

“Suvvia, giovanotto! Per farmi perdonare ti offro la cena: lepre allo spiedo! Poi se vuoi faremo la strada che rimane assieme, così ti potrò descrivere per bene la bellissima Roccaluce! Cosa sei… un avventuriero? Stai andando a Miele? Beh, ma allora la tappa è obbligatoria! Miele si trova ancora ad un giorno di cammino da qui!”

Lo stomaco dell’avventuriero borbottò in maniera imbarazzante, mentre il profumo della lepre arrosto si sprigionava nell’aria…non si fece pregare due volte e, prendendo una fiasca dallo zaino, si sedette accanto all’individuo.

“Mmmh…. che profumo, eh? Cos’è, idromele? Con la lepre? Abbiamo un intenditore qui, hahaha! Dunque… da dove cominciare? Meglio decidere, altrimenti non farò in tempo con tutto quello che c’è da dire!” La figura si leccò le dita, gettò le ossa della lepre dietro di sé, fece una lunga sorsata di idromele e, dopo un lungo e sonoro rutto, soddisfatta si mise più comoda.

“Roccaluce! Sai perché si chiama così? La collina dove si trova la città è in realtà una miniera di cristalli, la fonte principale dei suoi introiti. Il primo Re che si trovò su quel trono (il tizio che scoprì quella fantastica miniera, diciamo) si impegnò per disseminare l’intera città di piccoli gruppi di cristalli, che i suoi amici chierici da allora accendono ogni volta che il sole tramonta. Il risultato? La città è continuamente illuminata a giorno! Bello schifo, eh? Voglio dire, gli stranieri dormono poco, anche se chi ci vive ormai è abituato… ma non è l’unica cosa attrattiva della città. Le vedi le mura che la cingono? Si, sono piene di guardie giorno e notte, ma sono grandi, possenti e continuamente curate e restaurate dalla gilda locale di artigiani. Pensa, Re Reliif paga la gilda per restaurarle ogni mese! Capisci perché non c’è esercito che possa pensare di entrare! La Gilda dei Costruttori ha fornito Roccaluce anche di strade lastricate, lunghi pali dove appoggiare le gemme luminose, decorazioni artistiche quali maestose fontane e i simboli della città incisi in ogni dove… ma il loro fiore all’occhiello è sicuramente la rete fognaria all’avanguardia: scarica nel fiume Egida ma, grazie all’aiuto della magia divina, i vari liquami vengono depurati prima che arrivino in acqua.

Tra i palazzi più belli costruiti dalla Gilda, poi, ci sono sicuramente quelli del Quartiere Sacro! All’ingresso del quartiere, le imponenti cattedrali della Madre e del Principe accolgono chiunque si diriga alla famosa Università “Luce del Sapere”, (sede, oltre che di alcune delle menti più illuminate del regno, anche del Tempio della Maga) o a far visita ai propri cari defunti nel nostro cimitero che, guarda caso, ospita il sacro tempio del Monatto. Se ti piace il genere, poi, al tempio della Pazza si possono vedere alcune esibizioni artistiche casuali (a seconda del… tempo e della tramontana degli artisti suppongo) e il tempio della Sognatrice… si dice che i Chierici di quel tempio abbiano inventato un enorme cannocchiale magico con cui studiano la volta celeste nelle notti più limpide, ma sono solo dicerie! Se invece vuoi ringraziare Viandante o l’Eremita… beh, buona fortuna. I chierici di Viandante cambiano sede tanto spesso quanto cambia il tempo, mentre una combriccola di persone officia piccole funzioni per l’Eremita in particolari momenti al porto Fluviale, vicino all’allevamento di trote. E se infine cerchi il Mercenario… mio caro, temo tu abbia sbagliato posto, lasciatelo dire!

Cosa? Ti stupisce l’allevamento di trote? Amico mio, è solo una delle remunerative attività che tengono in piedi la baracca! Grazie al nostro grande fiume Egida possiamo commerciare in lungo e in largo nel continente, fino al Mare. Ma non importiamo merce e basta! Tempo fa, alcuni Druidi hanno cominciato ad interessarsi alle acque dolci del nostro fiume, trovandole particolarmente adatte ai loro scopi. E così, col tempo e con il permesso del Re, sono state installate delle strutture lungo il fiume ed è iniziata questa attività che fornisce una delle nostre invidiate prelibatezze, la “trota affumicata”! Una delle quattro “grandi feste” del Regno, che scandiscono il passare delle stagioni, celebra proprio questo piatto: in tutta la città la gente apre banchetti, fa bisboccia e mangia parte del pescato, che di solito è molto abbondante. Nel frattempo si comincia ad affumicare ed a stoccare quello che andrà venduto; è chiamata “La Prima Pesca” è sancisce l’inizio dell’estate… perché, dici? Perché I Druidi fanno sì che mamma e papà pesce siano molto più prolifici del dovuto e di solito la prima pescata della stagione è, appunto, tremendamente abbondante! È una festa strepitosa, amico! Solo nella festa che precede l’inizio dell’autunno, la Festa del Raccolto, si fa altrettanto casino! Viene gente dalle contee limitrofe a festeggiare insieme a noi e ci si fanno grandi guadagni! “La Lunga Notte”, che si festeggia all’inizio dell’inverno e “Il Ritorno del Sole” che invece sancisce l’inizio della primavera, invece sono cose più… spirituali, se vogliamo; meno festose ma evidentemente più importanti, anche se sono troppo ignorante per capirne il perché!

A questo punto potresti domandarti: ma quanto guadagnano i ladri da questi eventi? Beh, il nostro corpo di guardia scelto fa sì che ciò non accada! A nord della città si trova il Palazzo del Re ed è completamente circondato dal Quartiere Militare, che ha la multipla funzione di forgiare le guardie che proteggono la nostra città, accudire ed allevare prodi soldati dell’esercito reale nella facoltosa e rinomata Accademia Militare e, infine, di proteggere il nostro beneamato Re Reliif.

Si, insomma… I ladri non hanno per niente vita facile li dentro, stai tranquillo!

Quasi dimenticavo….hai qualche soldo da spendere? Bene, ovunque in città troverai negozi, baracche, cantine, officine e chi più ne ha più ne metta! Non siamo sforniti di nulla, tant’è che nel regno dicono SE NON SI TROVA A ROCCALUCE, PROBABILMENTE NON ESISTE!”

Bene, ci siamo. Quello è il portone d’entrata… Ecco, vedi quanta gente c’è? Eppure ormai è notte! Oh no, tranquillo… Non ti perderai. Ecco, tieni la mappa del posto, vedrai tutti i quartieri e potrai cercarti la locanda che più si confà alle tue tasche. Buona fortuna!”

Dopo aver parlato per delle ore, la figura salutò il compagno di viaggio, battendogli amichevolmente la mano sulla spalla. Ovviamente l’avventuriero nemmeno si accorse del piccolo nastro cremisi che ora penzolava dal legaccio del suo zaino; sicuramente sarebbe ripartito l’indomani, ma decisamente più leggero. Ridacchiando, il figuro dal sorriso dorato si allontanò, trottando allegro verso le mura per imboccare uno dei molti passaggi nascosti che quelli della sua Gilda di Ladri usano per le proprie losche attività.

“Già… Fare il ladro qui dentro è difficile, ma basta sapersi organizzare!”.

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