Trofeo del Lupo Ululì, Emily Vince Ululà

Cari lettori mentre i nostri soci si scatenavano al Dolomiti Fantasy coi giochi da tavolo, inseguivano cosplayer, scoprivano che il tasto “W” non funziona sui campi di Quidditch ecc. una nostra socia, Emily Caldart, vinceva il Premio Speciale della Giuria alla Quarta edizione del “Trofeo del Lupo”, con il racconto “C’era una volta una Mela” !!

 

 

Dobbiamo ringraziare proprio il concorso letterario “Trofeo del Lupo” se è poi nato il Dolomiti Fantasy, perché pare che proprio durante l’ultima edizione , che si svolgeva durante la festa di Melere, sia nata l’idea di fare una manifestazione esclusivamente fantasy. Ma sentiamo ora la nostra Emily cosa ha da raccontarci!

Emily presentati ai soci che non ti conoscono e parlaci di come è nata la tua passione per la scrittura!

Cosa dire di me?! Ho quasi 23 anni, abito a Limana e sto studiando Lingue e Letterature moderne all’Università di Trento (incrociando le dita, presto dovrei laurearmi!). Mi piace molto leggere e, come ormai avrete capito, anche giocare con i giochi da tavolo.

Si può dire che abbia sempre amato scrivere. Da piccola adoravo inventare per gioco nuove storie e nuovi personaggi; da qui a mettere per iscritto i prodotti della mia fantasia il passo è stato breve.

Devo ringraziare una mia professoressa delle medie se, crescendo, ho continuato ad approfondire questa mia passione. Lei infatti ci spronava a scrivere molto e ci spingeva anche a partecipare a diversi concorsi letterari. Grazie al suo incoraggiamento ho iniziato a “studiare” per conto mio, con lo scopo di migliorare. Infine, negli ultimi anni, ho anche frequentato alcuni forum online di scrittura creativa, imparando molto e divertendomi in compagnia di chi condivide questa mia passione.

Parlaci del tuo racconto  che hai presentato al concorso “Trofeo del Lupo”, “C’era una volta una mela”! Di cosa parla? 

Come suggerisce già il titolo, il racconto è a tratti fiabesco e infatti vorrebbe proprio “fare l’occhiolino” alle favole e ai classici romanzi per ragazzi.

“C’era una volta una mela” ha come protagonista Olivia,  un’intraprendente bambina  che stringe un patto con suo fratello Jake: se riuscirà a recuperare l’ascia che il giardiniere dei suoi vecchi vicini di casa usava per tagliare la legna, allora potrà giocare con Jake e i suoi amici “da vero guerriero”, invece di interpretare sempre la parte della “principessa in pericolo”. Il problema?! La casa dei vicini è abbandonata ormai da anni e strane leggende hanno iniziato a circolare su quell’abitazione. Armata solo della sua fedelissima spada di legno e di tanto coraggio, Olivia si impegna a portare a termine la sua missione, ma si rende ben presto conto che la casa è veramente infestata. Tra viaggi interdimensionali e singolari incontri con un feroce leone e un mago scontroso, l’impresa da compiere sembra davvero impossibile.

I nuovi abitanti della casa, però, non sono poi così malvagi, e la bambina riuscirà, anche grazie all’aiuto di una succosa mela rubata, ad instaurare con loro un sincero rapporto di amicizia.

Perché tra i diversi generi hai scelto di scrivere un racconto fiabesco? è un genere a cui sei particolarmente legata? è la prima volta che ti cimentavi in questo genere?

No, non era la prima volta che provavo a scrivere racconti di questo genere. Le fiabe e le favole mi sono sempre piaciute, le trovo interessanti e penso che possano trasmettere molto, nonostante l’apparente semplicità. Posso dire che questo genere mi influenza spesso, anche senza che me ne renda veramente conto; a volte, infatti, mi ritrovo a inserire nei racconti o nelle poesie che scrivo dei riferimenti fiabeschi anche senza aver effettivamente pensato di farlo. Nel caso di “C’era una volta una mela” tutto è nato dall’idea per la caratterizzazione della protagonista e pian piano la storia ha preso forma  mentre la scrivevo. Alla fine credo che questo genere un po’ favoleggiante rispecchi proprio il carattere di Olivia.

Parli di rimandi e citazioni sia quando parli del racconto che hai scritto per il concorso sia dei tuoi racconti in generale, quindi la domanda risulta ovvia! A quali favole e fiabe ti sei ispirata, e perché ritieni che le fiabe possano ancora trasmettere qualcosa in questa epoca? 

Secondo me le fiabe, anche se non presentano un evidente messaggio morale, come invece succede nelle favole, portano comunque avanti dei “valori universali”. Sono quei classici insegnamenti che ormai tutti dovremmo aver imparato, ma di cui spesso sembriamo dimenticarci. Amore, amicizia,onestà, giustizia, coraggio e perseveranza che sconfiggono l’ira, l’odio, l’invidia, la disonestà… insomma, la classica lotta tra il bene e il male! Penso che questi ideali, se estrapolati e guardati in un contesto più “realistico” in cui non vi è una netta distinzione tra quello che è giusto e quello che è sbagliato (per fortuna non viviamo in un mondo in bianco e nero!), possano comunque ricordarci quei semplici e sani principi che ci erano stati insegnati quando eravamo solo dei bambini.

In realtà poi, per quanto riguarda il racconto che ho presentato al concorso, non posso dire di essermi ispirata ad una fiaba in particolare. Più che altro, in “C’era una volta una mela” si possono trovare alcune caratteristiche tipiche delle fiabe: una protagonista ingenua, generosa e molto coraggiosa, degli aiutanti simpatici e buffi, luoghi fantastici, una missione da compiere e, ovviamente, un pizzico di magia.

Stai scrivendo qualcosa in questo periodo o hai in programma di partecipare ad altri concorsi?

La tesi di laurea conta? Scherzi a parte, diciamo che in questo periodo non mi sto dedicando molto alla scrittura. Ho qualche idea abbozzata qua e là, ma nulla di più. Comunque conto di riprendere appena avrò un po’ più di tempo libero e magari più avanti potrei anche pensare di partecipare ad un altro concorso. Al momento, comunque, non ho niente di già programmato.
E ti auguriamo in bocca al lupo per la tesi, oltre a poter seguire sempre la tua passione per la scrittura!
Cari lettori io vi saluto e vado anche io a scrivere nella Storia una fiaba: un nerd che riuscì dopo infortuni, morte, altri infortuni, ulteriore decessi, disperazione e ulteriori infortuni, a fare sport, e diventare un giocatore di quidditch! Alla prossima… forse.

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