Cari lettori, come ben saprete domenica scorsa si è conclusa la prima avventura di gioco di ruolo targata Aleator Adventures. Ora che è stato rotto il ghiaccio, noi della redazione abbiamo deciso di andare a scoprire qualche dettaglio in più sul processo creativo che ha portato alla nascita di questo nuovo progetto; per questo oggi siamo insieme ad Andrea Mancini, uno degli organizzatori dell’evento.
1) Ciao Andrea! Ci è stato riferito che tu sei uno dei principali ideatori delle Aleator Adventures; puoi raccontarci quindi come è nato questo progetto? Come mai avete deciso di organizzare degli eventi di questo genere?
Da circa un anno Aleator si sta impegnando più attivamente per promuovere il Gioco di Ruolo, dopo il periodo di relativa latitanza seguito alla fine del “Campionato GdR”.
Intendiamoci, il GdR in associazione era tutt’altro che sparito, ma trovava spazio per lo più ai tavoli di soci e simpatizzanti, con gruppi di gioco “storici” molto competenti ed affiatati ma proprio per questo difficilmente accessibili ai nuovi giocatori.
A mettere in movimento le nuove iniziative è stato probabilmente l’entusiasmo per l’uscita della quinta edizione di Dungeons & Dragons, il gioco di ruolo per eccellenza, che ha dato un volto nuovo allo storico GdR rendendolo molto più accessibile ed accattivante.
Il primo passo sono state le avventure “one shot” giocate nelle serate al Lettherarium. Si trattava di avventure brevi, che richiedevano l’impegno di una singola serata e una conoscenza pressoché nulla delle regole e dei sistemi di gioco. Scopo dichiarato era quello di incuriosire nuovi giocatori, ma anche strizzare l’occhio a qualche vecchia leva. L’iniziativa ha avuto un sorprendente successo, probabilmente anche maggiore a quelle che erano le nostre iniziali aspettative, segno che probabilmente già prima c’era un certo interesse inespresso. Per questo abbiamo deciso di cavalcare l’onda.
Il secondo passo (la “Fase 2”, se vogliamo citare le parole usate dal Presidente Nicola nell’intervista a questo link) è stata la formazione di nuovi arbitri e creatori di storie, con il “Corso per Game Masters”. L’idea era quella che formando nuovi Master si sarebbe incentivata la formazione di nuovi gruppi di gioco, dando modo ai soci interessati (vecchi e nuovi giocatori) di trovare compagnia per le proprie avventure. Non sbagliavamo: negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un proliferare di nuovi gruppi di gioco e nuove campagne.
A questo punto però sentivo la mancanza di una serie di eventi che coinvolgessero tutti i soci, portando il GdR fuori dai nostri salotti, direttamente in Aleator. La prima proposta che mi è venuta in mente è stata quella di riportare in auge i tornei di Gioco di Ruolo. Tuttavia, non ne faccio mistero, non sono mai stato un fan del GdR competitivo, quindi non ero troppo entusiasta della cosa. Poi ho avuto l’idea di una sorta di campagna episodica. L’ispirazione mi è venuta dalla D&D Adventurers League, organizzata dalla Wizards of the Coast per promuovere il suo gioco di punta: vai in negozio con il tuo personaggio e giochi un’avventura insieme a personaggi più o meno del tuo livello. Così sono nate le Aleator Adventures.
2) Si può facilmente immaginare che dietro alla creazione dell’ambientazione e delle avventure ci sia una gran dose di lavoro; puoi svelarci qualche dettaglio o aneddoto di quello che è successo “dietro le quinte”? Come vi siete organizzati tu e gli altri Master?
Il progetto ha effettivamente richiesto un bel po’ di impegno, e per questo non posso che ringraziare i tre Master che mi hanno aiutato: Nicola Rossetto, Daniele Veneroni e Simone Da Ros.
Tutto è iniziato ufficialmente lo scorso 11 giugno, quando il Direttivo ha approvato la mia idea di una “campagna associativa” e mi ha assegnato una delega per la realizzazione della cosa.
Ho subito iniziato a reclutare volontari. Daniele e Nicola si sono offerti la sera stessa. A Simone invece ho pensato perché avendo giocato con lui sapevo fosse un buon master – e per fortuna si è mostrato subito entusiasta.
Tutto era molto nebuloso all’inizio, i primi incontri ci sono serviti proprio per affinare l’idea e per creare lo scheletro dell’ambientazione. In seguito siamo passati a preparare l’avventura vera e propria.
Il metodo di lavoro, in generale, prevedeva un brainstorming molto intenso (soprattutto tramite e-mail – ce ne siamo inviate circa una cinquantina) e qualche riunione di persona per prendere le decisioni più importanti (magari di fronte ad una pizza).
La cosa di cui sono sicuramente più soddisfatto è il Pantheon: all’inizio pensavamo di non dedicargli molta attenzione (nei primi incontri ipotizzavamo addirittura di utilizzare una versione modificata del Pantheon di Greyhawk), ma il risultato finale ha un certo grado di complessità e fascino.
3) Indubbiamente avete fatto un ottimo lavoro! Poi gli articoli pubblicati periodicamente sul nostro sito hanno contribuito a far crescere la curiosità nei potenziali giocatori. E, a proposito di giocatori, passiamo ora a parlare dell’esperienza di gioco vera e propria: adesso che la prima avventura si è conclusa hai qualche considerazione da fare in merito? Le vostre aspettative generali sono state soddisfatte?
Devo dire che come Master mi sono molto divertito a proporre “Il Mistero di Pietranera”, e spero si siano divertiti anche i giocatori. Sotto questo punto di vista non posso che dirmi soddisfatto.
Era la prima volta che facevo da Master nella quinta edizione di Dungeons & Dragons e devo dire che il sistema di gioco mi piace parecchio (anche se la mia preferenza resta all’edizione 3.5, che però non sarebbe stata per nulla adatta a questo genere di avventura).
Per quanto riguarda l’affluenza all’evento, mi è spiaciuto non arrivare al numero minimo per formare quattro gruppi di gioco (12 persone): non avrei voluto tenere “in panchina” nessuno dei Master.
Purtroppo la concomitanza con la Festa di San Martino (l’11 novembre) e con il GameCom a Pordenone (il 18 novembre) hanno fatto sì che molti soci fossero impegnati in almeno una delle due domeniche, e quindi non potessero partecipare.
Per le prossime avventure stiamo ora valutando se contenere l’incontro ad una singola domenica (magari anticipando l’inizio alla tarda mattinata, oppure accorciando l’avventura). Questo ci consentirebbe anche di risparmiare qualche soldo, il Palazzo delle Contesse costa molto (non dimenticate che, dopotutto, resto sempre l’avido tesoriere di Aleator- quello che dorme abbracciato alla cassa).
4) Ottimo, Avido Tesoriere di Aleator, noi non vediamo l’ora di poter tornare a giocare una nuova avventura, quindi, per finire, la domanda più attesa dai giocatori: a quando il prossimo appuntamento? Avete già iniziato a pensarci?
Bellissima domanda! Il più presto possibile, spero.
L’avventura “Il Mistero di Pietranera” ci è servita come banco di prova, e pensiamo di aver imparato molto (grazie anche ai feedback dei giocatori presenti). Una volta tirate le somme su questo primo evento inizieremo a progettare il prossimo.
Ora che l’ambientazione e la struttura delle Aleator Adventures sono grossomodo pronte, la creazione di nuove avventure dovrebbe richiedere in teoria meno tempo. La prossima sarà con ogni probabilità nella primavera 2019. Resta da decidere il numero di avventure all’anno: se due o tre.
Questa prima storia nella mia idea doveva essere un “classicone” (una maledizione da spezzare legata ad un forziere pieno d’oro), per dare un senso di familiarità ai giocatori. Per le prossime avventure valuteremo se osare qualcosa di più.
Un altro punto su cui possiamo forse migliorare è la riduzione del cosiddetto “railroading”, lasciando un po’ di più libertà ai giocatori. Ma ne discuteremo con calma.
Comunque sia continuate a seguirci, vi terremo aggiornati!
Bene, non vediamo l’ora di saperne di più! Intanto ti ringraziamo molto Andrea per aver risposto alle nostre domande. E voi, cari soci, continuate a seguire il sito per rimanere sempre informati sulle Aleator Adventures e tutti gli altri eventi associativi.